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La revisione della disciplina dell’affidamento e dell’esecuzione dei lavori pubblici

La bassa capacità di spesa inferiore a 7 mld/anno, non compatibile con il PNRR, nonché i lunghi tempi di realizzazione delle opere pubbliche hanno reso indispensabile procedure più snelle per l’affidamento degli appalti.

La norma, nota come «nuovo Codice dei contratti pubblici», ha recentemente introdotto innovazioni nella disciplina degli appalti di lavori pubblici, ridefinendo procedure e delineando un nuovo assetto dei compiti e delle responsabilità all’interno della pubblica amministrazione. Uno degli obiettivi perseguiti con la norma è stato quello di riorganizzare l’intera disciplina sulla base di principi uniformi e di ridurre i margini d’incertezza, determinati dall’eccessivo sviluppo delle normative di settore. Sotto questo profilo, il significato dell’operazione che ha portato all’approvazione del Codice trascende dalle scelte politiche per assumere valore emblematico delle difficoltà insite in un così difficile processo di riorganizzazione della normativa relativa all’edilizia pubblica.

Intervento di efficientemento energetico nel quartiere di ARTE Genova di Via Novella

A partire dalla legge fondamentale sui lavori pubblici del 1865, si sono susseguite norme frammentate. Negli ultimi 60 anni il recepimento delle direttive comunitarie, se da un lato ha favorito l’elaborazione di discipline di carattere più organico dall’altro, ha determinato una differenziazione tra il regime giuridico applicabile ai lavori pubblici di importo pari o superiore alla così detta «soglia», regolati dalle norme comunitarie, e quello al quale erano sottoposti i lavori di importo inferiore, disciplinati da disposizioni riconducibili alle fonti nazionali.

Ulteriore impulso normativo è avvenuto, a partire dagli anni ‘80, sotto la spinta delle esigenze connesse alla lotta alla criminalità organizzata (legislazione antimafia) nell’intento di limitare forme d’infiltrazione negli appalti pubblici. A tal proposito è stato predisposto un sistema di garanzie e divieti, che ha modificato in modo notevole la disciplina relativa alla qualificazione delle imprese concorrenti e all’interdizione dalle aggiudicazioni.

L’ordinamento di settore era reso ancor più complesso dalla compresenza di una pluralità di livelli di produzione normativa e dalle difficili modalità di raccordo tra normativa comunitaria, statale e regionale.

Lavori di restauro della posta centrale di via Cordusio in Milano.

È opinione consolidata che lo scarso livello qualitativo, i ritardi, le inadempienze e i maggiori costi che hanno caratterizzato, diffusamente, la realizzazione di opere pubbliche nel recente passato sono da attribuire non solo ai comportamenti illegittimi o alla scarsa professionalità dei diversi soggetti (amministratori, progettisti, costruttori) a vario titolo interessati, ma anche al frazionamento del processo complessivo in una distinta serie di attività settoriali, indifferenti alle rispettive compatibilità e alle reciproche esigenze di correlazione.

La nuova legge fa obbligo alla pubblica amministrazione di formulare il programma dei lavori pubblici, da eseguire nel triennio, aggiornabile annualmente. Il programma triennale deve essere costruito a partire dall’accertamento preventivo di utilità, fattibilità, effetti indotti, tempi, costi e copertura finanziaria di ogni singola opera.

Il ruolo della programmazione è di definire, preventivamente, nei tempi e nei contenuti, le attività, gli strumenti e le modalità più idonei per la realizzazione degli interventi.
In concreto il Codice sicuramente costituirà un punto di riferimento per tutti gli interessati conferendo ordine ad una normativa così complessa.

Fonte: https://www.segnionline.it

Giuseppe Sarubbi

Giuseppe Sarubbi, ingegnere, progettista e direttore dei lavori di importanti opere pubbliche e private, consulente di amministrazioni pubbliche e di imprese private è autore di pubblicazioni inerenti l’urbanistica e la realizzazione di opere pubbliche.